La nostra storia
Perché abbiamo deciso di aprire un ristorante? Perché in Italia?
Le infusioni nella nostra cucina. I viaggi.
Osteria La Mosca Bianca, un ristorante scritto nelle stelle!
Quando il destino unisce due persone che amano cucinare tanto quanto gli piace mangiare, provare nuovi sapori e viaggiare, le idee scintillano nella loro menti.
Dopo numerosi anni viaggiando in giro per il mondo, tra Europa, Asia, Oceania e Nord America era ora di tornare a casa.
Anche gli Chef itineranti hanno messo radici da qualche parte ad un certo punto.
Kaisa e Claudio hanno scelto l’Italia, perché di fronte alla scelta se tornare nel paese nativo di Kaisa, l’Estonia, o di Claudio, l’Italia, sono giunti alla conclusione che 10 mesi di brutto tempo non sono divertenti per nessuno, soprattutto per persone che hanno trascorso gli ultimi 6 anni nella soleggiata Australia (di solito gli estoni scherzano sul fatto che da loro ci sono 10 mesi di maltempo per sciare e 2 mesi di sole d’estate).
Il risultato è un ristorante dinamico con una cucina in costante evoluzione!
Le esperienze fatte, i piatti preparati e l’ottima intesa tra di noi, ci portano a preparare piatti della tradizione italiana, estone e non solo, sfiorati da influenze di mille altri paesi e culture. Alcuni esempi…?
I tagliolini al ragu d’asino e pistacchi siciliani, dove la carne magra dell’asino incontra l’olio del pistacchio e, l’elemento salato, il miso bianco, ci viene offerto dall’estremo oriente.
I nostri sottaceti e marinati oltre che incontrare ingredienti koreani e giapponesi, hanno come base l’aneto e le foglie di ribes nero tipiche dell’Estonia e dei paesi scandinavi.
La mille foglie di miele e panna acida tipica del nord Europa, incontra l’acetosella che cresce spontanea nei nostri orti.
La crostata cremosa alla liquirizia che serviamo con una granita al sedano e limone. Dessert nato per gioco tra noi, dato che avevamo l’orto dove lavoravamo in Tasmania pieno di sedano, ma visto il grande successo riscontrato abbiamo sempre ripetuto sin da quel giorno.
Le dolci pere coltivate nelle valli piemontesi che nel nostro sorbetto incontrano nuovamente il giappone con il wasabi e il mieloso zucchero di canna.
Insomma, qualcuno per cucinare parte dalle proprie radici, altri dalle proprie tradizioni o dalle tradizioni del territorio che li circonda, noi partiamo dalla materia prima che incontriamo nei mercati rispettando la stagionalità e la loro origine perché siamo consapevoli che, come per il buon vino, alcuni terreni sono più vocati di altri per le coltivazioni delle varie materie prime.
Questo approccio nella meticolosa scelta delle aziende produttrici di materie prime con cui cuciniamo lo troverete anche nella nostra carta vini che cresce pian piano con noi, ampliandosi alla ricerca di aziende che rispettano in tutti i sensi i luoghi di origine dei vitigni e quindi cercano di non snaturare troppo quello che a noi piace chiamare l’ingrediente archetipo.